Sono stata la pioniera del lockdown! Quello che milioni di persone hanno vissuto nel 2020, io l’ho vissuto in anticipo con un’unica differenza: avevo un dpcm tutto mio!
Ovviamente la cosa mi ha devastato. Non bastava aver ricevuto la notizia che la leucemia aveva deciso di interferire nella mia vita, ma dettava pure legge! La mascherina ffp2 era diventata una normale estensione del mio viso.
Il distanziamento dalle persone era determinato dalla salute fisica di chiunque volesse venire a trovarmi, ma era difficile stabilire se qualcuno fosse sano al 100%, anche se a giudicare dai telefilm a tema medico potrei essere il primario di qualsiasi nosocomio italiano.
In ogni caso, questo mio status mi ha costretto a un distanziamento non solo fisico, ma anche sociale. Se volevo comunicare con qualcuno, la modalità più “sana” era tramite una videochiamata.
Gel disinfettanti hanno preso posto nella trousse e fatto sparire ombretti e gloss. Una tristezza infinita, insomma, anche se forse un briciolo di positività lo posso annoverare all’alimentazione che mi è stata imposta: povera di sale e carboidrati, il sogno di ogni aspirante modella, è stata la prima volta che ho seguito una dieta senza sgarri!
E il menù che mi veniva presentato ogni giorno era eccitante quanto un Fantozzi in mutande e quel poco che potevo concedermi doveva essere pure in linea con i farmaci, altrimenti rischiavo effetti indesiderati. Non potevo godermi il tramonto in cima alla Basilica Palladiana e nemmeno salire su un autobus o andare in palestra: troppi contatti e quello sbagliato poteva compromettere la mia situazione e aggiudicarsi il premio di “effetto letale”.
E, come se non bastasse, dovevo rispettare l’ordine e la quantità delle medicine da assumere: la cosa mi faceva sentire come Sara Goldfarb In Requiem for a Dream! Alla fine quella impazzisce per davvero, quindi immaginate con quale stato d’animo deglutivo ogni singolo farmaco. E come lei, ogni tanto mi ritrovavo in posizione fetale a pensare a quando avrei potuto uscire di nuovo con gli amici, a chiacchierare in un locale, tornare a casa la sera tardi, mangiare una pizza farcita con una birra fresca.
Pensavo a tutto questo quando non piangevo…
Il mio dpcm non aveva una scadenza. Quelle regole erano fatte per essere eseguite fino a data da destinarsi.
E ad oggi le seguo ancora.