Dopo un’accurata analisi, all’alba di un freddo Gennaio del 2021, il sistema Emotions 3.0 è attivo. I social partono con sponsorizzazioni come fossero in gara per una staffetta. Al solo digitare le parole amore, fiducia, amicizia o gioia, il risultato in testa alla ricerca è di questo nuovo modo di abbracciare i sentimenti.
Chi ne è consapevole e follower da mesi è sollevato nel vedere il risultato comodo e a portata di un click. Chi non ne è al corrente ma comunque curioso, entra con una certa riluttanza mentre scorre le pagine per capire di che cosa si tratti. Si ritrova, quindi, con l’applicazione installata perché, per avere ulteriori informazioni, è d’obbligo il download. Emotions 3.0 fa il botto e online le persone sembrano felici di aver colmato vuoti che pensavano non avrebbero mai trovato pace. Condivisioni di foto, recensioni illuminanti, selfie fatti di sorrisi e abbracci tappezzano bacheche Facebook, profili Instagram e numerosi altri portali. La felicità è sbattuta online senza alcun filtro!
Una ragazza di nome Laura, stringe nella mano il cellulare ed esplora con accuratezza la famosa applicazione appena installata. È intuitiva, ben impostata e piena di colori. Il sistema ti permette di esplorare ogni singola emozione, basta solo decidere il primo obiettivo da raggiungere. Facile, no? Scorre su ogni singola pagina e ogni volta le si presenta un colore nuovo. Anche se in parte scettica, è attratta da quelle schermate così invitanti. Fissa la pagina intitolata Giallo che parla di rinascita e cambiamenti. Suggerisce gruppi a cui unirsi, un elenco di obiettivi da raggiungere e utenti che possono diventare punti di riferimento.
L’Arancio aiuta a incrementare le amicizie. Il Verde, invece, a ritrovare equilibrio e fiducia in sé stessi. Insomma, una breve lista di colori per migliorare ogni aspetto della propria vita, come se fino a quel momento nessuno sulla terra ci avesse mai provato. Inizialmente incuriosita, lancia poi il telefono sul divano e sbuffa, pensando a quanto stupida e inutile sia quell’applicazione!
Le porte dell’ascensore si aprono e Laura si irrigidisce all’istante come se le stessero puntando una pistola alla schiena. Il ragazzo appena entrato, Michele, la saluta con sufficienza, e preme il tasto del piano terra, anche se già selezionato. Tre piani e arriveranno alla breve destinazione dove le loro strade si divideranno oltre il portone d’ingresso. Meno di un minuto in cui Lauracerca di velocizzare l’ascensore con il potere della mente perché quella situazione la imbarazza. Detesta il fatto di essere follemente innamorata del ragazzo del terzo piano: trova la cosa assurda oltre a essere un banale cliché.
Quando alza lo sguardo e vede che ormai sono al piano terra, tira un piccolo sospiro. Pronta a uscire, una voce meccanica le annuncia che la persona che ha selezionato nell’area per trovare l’amore, si trova accanto a lei. La sua mano fruga nella borsa, interrompendo a tratti la voce meccanica e quando riesce a spegnere il telefono, guarda imbarazzata Michele. Lui la guarda a sua volta allibito, come se gli avessero letto una lista di capi d’accusa a lui sconosciuta. Laura, rossa in viso dalla vergogna, si affretta ad allontanarsi ed esce dal portone come se l’edificio stesse andando a fuoco.
Una settimana di scale è la soluzione migliore per non vedere Michele, anche se la schiena di Laura è provata dalla fatica. Evitare altre figuracce non ha prezzo e mentre si rilassa sul divano dopo aver portato in casa due buste della spesa, disinstalla l’applicazione. Addio per sempre Emotions 3.0! Quello stesso giorno, il citofono suona e la voce conferma la presenza di un fattorino della Dhl. ‘è da ritirare un pacco per il vicino con cui ha stretto l’accordo di fargli da intermediaria, tutto per fuggire alle sue noiose conversazioni. La fretta del fattorino non le permette di far recapitare il pacco fino al suo piano. E si ritrova a caricare in ascensore qualsiasi assurdità abbia ordinato il pessimo corteggiatore. In quel momento, dal portone d’ingresso, arriva Michele.
«Ritiri ancora i pacchi per quel pazzo?».
«Sì, e non è pazzo!», risponde Laura mentre evita il suo sguardo.
«Molto gentile da parte tua. Mi spieghi perché lo fai?».
«Mi fa piacere farlo, è un signore molto cortese e…». Laura si interrompe non appena incrocia lo sguardo di Michele che la osserva alquanto perplesso, lo sguardo di chi sta ascoltando qualcosa di insensato. Laura tentenna, le parole vengono a mancare, poi alza gli occhi al cielo. «Ok, è vero, lo detesto! Un giorno mi stava tormentando con le sue solite noiose chiacchiere e i suoi tanti inviti a cena. Quando è saltata fuori la questione fattorino ho visto una via d’uscita, anche se alla fine mi sono solo data la zappa sui piedi!».
Michele trattiene una risata, ma non lo fa per prenderla in giro. È divertito e forse in parte dispiaciuto per lei. E ora che lo guarda bene, Laura nota il colore dei suoi occhi. Di primo impatto sembrano marroni, ma se li fissi a lungo, hanno qualche sfumatura verde. Sono bellissimi.
«E l’applicazione dei colori che cosa ti suggerisce di fare?».
Laura aggrotta la fronte, ma quando lui solleva in aria il cellulare, lei cambia espressione. Lo fissa in cagnesco, astenendosi da qualsiasi commento e non appena le porte dell’ascensore si aprono, esce senza nemmeno salutarlo.
«Aspetta, fatti aiutare».
«Lascia perdere! Faccio da sola!», e oltrepassa le porte barcollando per il peso del pacco.
«Sicura che non ti serva aiuto?».
«Ce la faccio e per la cronaca, io non uso quelle stupide applicazioni. Ero solo curiosa! Una volta bastava inviare una lettera a qualcuno, era una forma di comunicazione stupenda, non capisco cosa ci sia di così difficile nel farlo!». Si volta e prosegue a camminare ma Michele richiama la sua attenzione.
«Sai, ho provato anch’io l’applicazione Emotions 3.0 e se ti ricapita di usarla, ricorda di togliere l’impostazione del viva voce. E anche della posizione per individuare le persone che ti piacciono nelle tue vicinanze…». A quel punto le porte si chiudono: lo sguardo di lui compiaciuto, lo sguardo di lei attonito.
Scale e ancora scale per un’altra settimana. Sarebbe più dignitoso prendere l’ascensore, provare di aver superato del tutto le terribili performance, ma Laura preferisce evitare l’inquilino del terzo piano. E cinque piani di scale fanno solo bene alla salute, se solo la donna delle pulizie le pulisse in altri orari, quando sembra invece che tenti di organizzare un omicidio nei suoi confronti. Quel sabato mattina, Laura è pronta a fare un giro al mercato. Mentre attraversa il corridoio che porta al portone d’ingresso, nota che ha ricevuto della posta. Recupera le chiavi dalla borsa e si ritrova a stringere in mano una busta bianca pitturata in alcuni punti con della vernice rossa. Si guarda attorno come se di lì a poco dovesse insorgere una rissa tra gang.
È titubante: una lettera sporcata di rosso come fosse sangue. Inizia a tremare e la rigira di continuo nella mano come se ci fosse la ragione di quel gesto scritta da qualche parte. Lentamente, inizia ad aprirla e al suo interno trova un singolo foglio di carta. Lo apre con estrema cura, come se le lettere potessero scivolare se lo facesse di fretta e legge il contenuto. I suoi occhi marroni e inespressivi, mutano in uno sguardo di gioia all’istante; nemmeno un sorriso sarebbe così radioso.
Rientra di corsa nel suo appartamento, salendo le scale che ormai percorre con grande agilità. Prende carta e penna scrivendo a una velocità incredibile, come se avesse solo pochi minuti prima della fine del mondo. Mette sottosopra i mobili del salotto alla ricerca di una busta, poi la sigilla con la colla e la colora con un pennarello rosso. Con una velocità maggiore rispetto a prima, scende le scale e si ferma davanti alle cassette della posta. Guarda la busta, la bacia e la fissa come una bimba che ha scritto a Babbo Natale. Poi la infila nella buchetta con un colpo secco.
Michele le ha scritto una bellissima lettera d’amore e lei ha ricambiato ogni singola parola e lo ha invitato a cena. Mossa audace, ha seguito il suo istinto. E mentre prega sperando di ricevere presto una risposta, il suo sguardo assume una forma che si rivela una smorfia di disgusto. Gli occhi si spalancano come se le stessero tirando la pelle attorno. Le labbra tremano come non avessero più sensibilità. “Non è possibile!” pensa, mentre scopre di aver infilato la busta nella cassetta del vicino. Il pessimo e logorroico corteggiatore per cui ritira i pacchi Dhl.
FINE
Ricco di suspense, riesce ad assumere benissimo la difficoltà, in un era così apparentemente facilitata dalla tecnologia,di socializzare o mostrare i propri sentimenti. Riesce a lasciare la speranza che poi alle fine, non è poi così difficile vivere ancora le emozioni più autentiche.
Concordo appieno: oggigiorno non è facile destreggiarsi tra i social per conoscere una persona con l’obiettivo di averci anche una relazione, ma non è impossibile. Con la mia protagonista ho voluto “raccontare” che i social ci fanno ammattire a volte, ma non è detto che non troviamo l’amore. Con o senza l’aiuto del digitale che a volte funge anche solo da “trampolino”!