Finale di Alberto Sartori

“State tutti bene?” chiese il tecnico che era appena riuscito ad aprire le porte. Non ci fu risposta. Serena si fece largo ed uscì dall’ascensore. Si mise a correre ma i tacchi la infastidivano parecchio così se li tolse, lanciandoli sul lato del corridoio che si apriva davanti a lei. I pensieri vorticavano nella sua mente e non le davano tregua. Stava reagendo come aveva sempre fatto nella vita: scappando dall’amore. Forse è quella sensazione iniziale che un po’ tutti proviamo. 

Quando sentiamo qualcosa di vero per una persona, subentra quasi una piccola paura. La paura che sia un errore, che non tutto possa andare per il verso giusto, la paura di non sapere se sia davvero qualcosa di buono. A volte questo ci blocca, a volte invece ci lasciamo andare e viviamo il presente senza pensare tanto a quello che sarà.

“Serena è ora di smetterla di fare la bambina” disse a se stessa. Si voltò e vide Carlo poco distante da lei mentre le andava incontro. Sentì una lacrima scendere sul viso fino al bordo delle labbra, la assaporò e sentì che era dolce di passione. Conteneva la stessa dolcezza dello sguardo di Carlo in quel preciso istante. Lui la raggiunse e si fermò di fronte a lei, naso contro naso. Le accarezzò il viso e spinse una piccola ciocca di capelli dietro all’orecchio. I respiri si fondevano tra loro.

Serena si allontanò di qualche centimetro per poter vedere meglio i suoi occhi. Brillavano di quella luce flebile simile ad una stella lontana che vibrante si annega nelle nostre iridi. Serena chiuse gli occhi. Le labbra di Carlo rimasero lontane, sentiva le sue che stavano fremendo in attesa di un altro bacio che non arrivò. Riaprì gli occhi e lo guardò di nuovo. L’amore che scorreva tra loro era così evidente. Tutta la chimica dei loro corpi era sintonizzata sulla stessa frequenza. Finalmente Carlo si mosse, mise una mano in tasca e…

“Tieni Serena, questo è il mio biglietto da visita. Chiamami stasera” e se ne andò.

Fine

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