Giulietta scomparve in un giorno di sole VII

Capitolo 7 

L’aria è fresca, ma non fa freddo. Il sole è alto in cielo e gli alberi e le loro foglie si muovono con un ritmo lento, creando un bel fruscìo.

Una donna con indosso un abito giallo cammina lungo un viale alberato. Tiene stretta la mano di un uomo. Sono felici e sorridono. Poi la donna si china. Una bimba si avvicina e le mette sulla mano una foglia verde. “Giulietta adora proprio strappare le foglie!” dice Olivia abbracciando Leo e proseguono a camminare.

È felice nel vedere la bimba giocare assieme al suo nuovo papà e che tutto sia andato bene. Sono lontani dalla vecchia vita e da Jade, Keith e Nora. Solo zia May le manca un po’. Si siede su una panchina mentre osserva la sua nuova famiglia correre nel parco e raggiungere un piccolo scivolo rosso e giallo e in quel momento si sente per la prima volta felice. Il piano ha funzionato.

Non appena era rientrata dal parco, Leo l’aveva guardata come mai prima aveva fatto ed era chiaro che le cose fossero cambiate. “Bene” aveva pensato. “Il suo amico ha confermato la mia tesi. Leo pensa che la bimba sia stata vittima di abusi sessuali”. E così aveva fatto suonare il suo cellulare di nascosto e lui era uscito con la scusa del lavoro. Aveva girato attorno al quartiere con l’auto e senza farsi notare era tornato a casa di Nora, passando dal retro e aprendo la porta senza problemi visto che era difettosa. Aveva attirato Giulietta nella sua direzione e la bimba lo aveva seguito in silenzio. Aveva poi raggiunto una zona fuori città, recuperato i bagagli in un vecchio capannone e cambiato l’aspetto sia suo che della bimba, aspettando l’arrivo di Olivia, prendendo poi la direzione dell’aeroporto. Inizialmente lui viaggiava da solo, Olivia con Giulietta. Poi il contrario. Infine tutti assieme, sparendo poi nel nulla.

Per un attimo Olivia percepì un senso di colpa. Insomma, era sbagliato seguire i movimenti di Keith fino ad individuare una persona vicina a lui da colpevolizzare? Era sbagliato far sedurre quel ragazzo, raccogliere il suo sperma e metterlo sopra una maglia di Giulietta, facendolo risultare un potenziale pedofilo? Per un attimo dubitò delle sue azioni. Non voleva mettere nei guai Keith, ma non gli era mai piaciuto e così lo aveva dipinto come un padre assente e un irresponsabile, nonché una minaccia per la bambina. E ovviamente nulla di questo era vero, perché Keith si era davvero ripulito e lo aveva fatto per Jade e Giulietta. E povera zia May. Aveva rischiato grosso quel giorno, ma Olivia aveva necessità di una scusa per uscire di casa e se zia May doveva pagarne le conseguenze, pazienza. 

E per quanto riguarda Jade, aveva agito così per un semplice motivo: la odiava sin da quando erano piccole. Jade era sempre stata la più bella, la più ricercata, la più desiderata, aveva avuto una bambina e nonostante il lavoro mediocre e il suo fare un po’ sbrigativo, era una brava mamma e tutte le cose brutte che diceva avesse fatto verso Giulietta non erano mai successe, ma doveva convincere Leo e il solo vederlo lì assieme alla sua nuova figlia le fece sparire il senso di colpa e solo un pensiero sfioro la sua piccola testa malata. “Giulietta è mia. Di nessun’altro. Solamente mia”.

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