La tazza di Bali

Il rumore della carta che strappo è ogni volta un déjà-vu che mette alla prova la mia capacità di non piangere. Da che ricordo non l’ho mai fatto: né quando è morto il mio cane a dodici anni, né quando ho perso il lavoro. Poi accade l’inimmaginabile. Mentre incarto l’ennesimo oggetto, mi blocco. La tazza che reggo in mano è un ricordo di un viaggio a Bali; vinta a una serata di karaoke. La uso spesso, ma di fatto è anche sua. Un dubbio emerge con prepotenza nella mia mente e all’improvviso mi guardo intorno: ogni oggetto mi ricorda un bel momento passato insieme. Porto una mano al viso e, con mio stupore, mi accorgo che una lacrima è scesa lungo la guancia.

Esco di casa e corro fino alla piazza dove so che intrattiene turisti di varie nazionalità per spiegare la storia della nostra città. Urlo il suo nome e l’intera piazza si blocca incantata, o forse terrorizzata, dalla mia voce.
«A chi spetta questa tazza?».
«Non credo sia il momento per…».
«La tieni tu o la tengo io?». Mi guarda come se avessi in mano una pistola. Non capisco perché non risponde fino a quando non porto una mano al viso. È inondato di lacrime, non riesco a smettere. Mi raggiunge e avvolge in un abbraccio mentre sussurra all’orecchio Scusa così tante volte che perdo il conto. Lo stringo a me e gli dico che fino a quando non decideremo a chi spetta la tazza, non potrò andarmene, ma so bene che ho deciso di restare con lui per le cose belle che abbiamo vissuto insieme.

𝗙𝗜𝗡𝗘

Curiosità sul racconto
La rivista Read_il_Magazine ha lanciato un contest: scrivere un racconto a tema libero, con una sola condizione da seguire, ovvero, una lunghezza massima di 1600 battute, spazi inclusi. Il premio? La pubblicazione del racconto all’interno della rivista!
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