finale di Marco Simion
La sera della cena fu come uno spaghetti western alla Sergio Leone. Più precisamente Il buono, il brutto e il cattivo. Nella famosa scena dello stallo alla messicana. I tre fratelli si disposero a triangolo attorno al grande tavolo circolare della sala. Tra Melania e Simone c’era papà Guido. Simone aveva invitato Don Pinetto a sedersi accanto a lui, con un sorriso stampato in viso che non prometteva niente di buono a chi lo conosceva bene. Accanto a Don Pinetto mamma Silvia, che indossava dei vistosi orecchini preziosi e un crocifisso al collo che sarà pesato un chilo e mezzo e costato la vita di almeno 10 minatori africani.
Melania guardava con apprensione Simone dall’altra parte del tavolo, mordendosi le labbra per non lasciarsi scappare una reazione scomposta se il fratello avesse fatto qualcosa di strano. Tra Melania e Giorgio c’era nonno Paolo, che aveva fatto la guerra, come amava ricordare. Ma non si capiva quale, visto che era nato nel 1935 e allo scoppio della seconda guerra mondiale aveva tipo 4 anni. La guerra del pisciarsi addosso, probabilmente. Che stava ancora combattendo coraggiosamente pure adesso.
“E dunque sei stato nel Sud-est asiatico”, chiese Don Pinetto a Simone. “Sì, è stata un’esperienza molto spirituale, glielo assicuro. Vedere il mondo ti apre gli occhi”. Melania lo fulminò con lo sguardo e si intromise nella conversazione “Però la popolazione locale non è esattamente di sani principi morali”. “Cara sorella, mi permetto di contraddirti. Le civiltà asiatiche hanno una storia ancora più antica della nostra e sono state uno straordinario crocevia di culture. Ad esempio, Don Pinetto, ho conosciuto questa ragazza vietnamita che si era da poco convertita al cattolicesimo e mi sono permesso di regalarle un rosario per aiutarla nella preghiera”.
Don Pinetto approvò calorosamente “Che bel gesto cristiano. Hai fatto molto bene”. Simone guardò Melania con aria di sfottò: “Visto? Che bel gesto cristiano”. Nonno Paolo si intromise: “Mi ricordò quando ero in Vietnam. Eravamo nelle maledette risaie e i vietcong ci avevano accerchiati…”. Papà lo riprese: “Babbo, quello era Rambo, tu non ci sei mai stato in Vietnam…”. Melania cercò di recuperare “Però è bene astenersi dal fraternizzare troppo”. Mamma capì il sottotesto e le scattò l’embolo razzista che faceva fatica a trattenere “Non dirmi che avrò un nipote dagli occhi a mandorla”. “Tranquilla mamma, ho solo fornito assistenza spirituale. E poi prendo tutte le precauzioni”. Adesso era Don Pinetto ad essere imbarazzato.
Guido non poté trattenere un occhiolino compiaciuto al fratello. E anche papà non poté fare a meno di sorridere, cercando di non farsi vedere dalla moglie. “Ad ogni modo Don Pinetto, volevo cogliere l’occasione per farle vedere una riproduzione in scala dell’affresco che ho già fatto nella chiesetta e che lei inaugurerà domattina di fronte alle autorità.” Simone si alzò e si avvicinò a un treppiede dove stava un quadro coperto da un panno. “Allora, ho cercato di pensare a come rendere moderno questo santo che, ricordiamolo, ha sofferto il martirio per decapitazione. Da qui l’espressione decollato, che potrebbe risultare un po’ ostica ai giovani moderni.
Per questo ho cercato di effettuare una variazione che contenesse dei riferimenti maggiormente decifrabili”. Don Pinetto lo guardava con attenzione. Mamma e papà anche. Melania era in apprensione, cercando di prevedere cosa avesse preparato quella bestia di suo fratello. Il nonno aveva lo sguardo perso nel vuoto di quando un ricordo lontano gli riaffiora alla mente. O di quando non riesce a trattenere la vescica. Giorgio guardava il cellulare.
Con un gesto plateale Simone alzò il panno: “Voilà”. L’iconografia classica di San Giovanni Battista, vestito di semplici panni e pelli, era stata attualizzata con un cappellino in testa con la scritta Ryanair. Il santo era rappresentato alla cloche di un aereo che volava giusto giusto in direzione del campanile di San Marco. Simone aveva il sorriso compiaciuto di chi ha portato a termine uno scherzo particolarmente riuscito.
Quello che successe dopo fu un delirio completo. Melania e la mamma cominciarono a urlare improperi assai poco cristiani in direzione di Simone. Per fortuna il cuore di mamma resse all’emozione e anzi era particolarmente carica. Guido e papà, che sotto sotto aveva sempre nascosto di essere un anticlericale convinto, per paura della moglie, scoppiarono a ridere fragorosamente mentre il nonno si guardava attorno con aria basita. Don Pinetto ebbe un malore e svenne.
Quella fu la più memorabile cena di Natale che la famiglia Gobetti avesse mai passato.