Traduzioni in editoria

Scopri assieme a me cosa significa essere traduttori nel settore editoriale!
Ho intervistato Martina Beldomenico, una giovane ragazza con la passione per le lingue e i libri. In 5 punti ci avventuriamo nel suo mondo: da come ha avuto l’idea di entrare in questo settore ai suoi studi, fino all’attuale occupazione.


Ma facciamo una piccola premessa. Ho conosciuto Martina durante la mia prima visita al Salone del libro di Torino [leggi qui la mia avventura editoriale] e sono rimasta colpita dall’entusiasmo che trasmetteva mentre parlava del suo lavoro. Una sensazione che ho portato a casa perché, qualche giorno dopo, le ho proposto di parlare della sua figura di traduttrice; per approfondire alcune curiosità, ma anche per essere di riferimento a chi ambisce a intraprendere questo percorso.

Qui sotto, la sua intervista.
Buona lettura!

1. Raccontaci un po’ di te. Chi è Martina?

Una ragazza di 27 anni con tanta passione per le lingue straniere e la lettura. 
Quindi mi sono detta: “Perché non trasformarla in un lavoro?”, e così è iniziato il mio percorso. L’illuminazione è arrivata un pomeriggio in treno, una decina di anni fa, quando mi è caduto l’occhio su “Traduzione di…” nel frontespizio del libro che stavo leggendo. Ho pensato che sarebbe stato bellissimo, un giorno, vederci il mio nome.

2. Come hai iniziato gli studi e la tua carriera come traduttrice?

Inizialmente, ho scelto una laurea triennale in Lingue e Traduzione, per cominciare dalle basi e studiare non solo le regole grammaticali delle mie lingue di indirizzo, ma anche la cultura e il background letterario di chi le parla, nonché le varie teorie della traduzione.

In seguito, ho optato per una magistrale in Editoria e Giornalismo che potesse orientarmi meglio verso il settore di mio interesse, quello editoriale.

Infine, a completare la mia formazione è arrivato il master in Mestieri dell’editoria. Ne avevo valutato anche uno per traduttori editoriali, che si concentra nello specifico su questa figura professionale, ma ho preferito un corso di studi che rendesse la mia preparazione più poliedrica.

Concluso il master, sono stata accolta nella casa editrice dove mi trovo tuttora, in cui ho avuto finalmente l’opportunità di mettermi all’opera. La mia ultima impresa, che mi riempie di immenso orgoglio, è la ritraduzione di Winnie-the-Pooh di A.A. Milne, che d’ora in poi accompagnerà sugli scaffali quella storica della Salani!

3. Da quanto lavori nel settore editoriale?

Dopo il canonico stage di sei mesi, sono stata assunta in apprendistato e a fine agosto festeggerò due anni di lavoro! Ho avuto la fortuna di incontrare un editore che ha creduto in me da subito e che mi ha affidato, a oggi, tre traduzioni dall’inglese, oltre al lavoro di redazione su testi in tedesco, spagnolo e giapponese.

4. Quali sono i pro e i contro di questo lavoro, in questo ambito?

Il lato migliore è la possibilità di avere a che fare con i testi originali e quindi, in un certo senso, con lo “spirito” dell’autore. Si diventa parte della genesi di ogni libro, una sorta di genitore putativo o di tutore, con tutti gli oneri e gli onori che ne derivano. E la traduzione è un lavoro di incastro in cui va resa giustizia all’elemento letterario e linguistico di partenza, senza però dimenticare il lettore, che si esprime e pensa in modo ben diverso. Cogliere le sfumature, adattare al target, rendere ogni pagina godibile, scorrevole, perfettamente comprensibile. Ecco, io trovo che sia una delle attività più stimolanti in questo ambito.

Il lato negativo, purtroppo, è quello che accomuna un po’ tutti i mestieri in campo umanistico: ci sono pochi posti disponibili, spesso non equamente retribuiti rispetto alla mole e alla complessità del lavoro svolto, per non parlare della chiusura di certi ambienti, in cui si entra solo con i giusti contatti. Insomma, non è una realtà facile, bisogna sgomitare, farsi valere e avere anche un po’ di fortuna.

5. Regala qualche consiglio ai lettori, nello specifico a coloro che vogliono intraprendere questo percorso!

Siate perseveranti e appassionati, ma soprattutto non limitatevi a una sola strada: ciò dimostra capacità di focalizzarsi su un obiettivo ben preciso, ma rischia anche di precludervi percorsi che magari non avevate nemmeno considerato. Tenete la porta aperta, anche solo uno spiraglio. E vale in ogni ambito della vita, non soltanto per la carriera che si vuole intraprendere: siate curiosi e avidi di stimoli nella vostra quotidianità, non fossilizzatevi su ciò che conoscete, lanciatevi in sfide anche se vi sembrano fuori dalla vostra portata.

E nella traduzione, miei futuri colleghi, abbiate sempre la voglia di scoprire fino in fondo il libro che vi capita per le mani, le sfaccettature linguistiche, le immagini nascoste. L’autore avrà sicuramente celato tra le righe giochi di parole, metafore e assonanze che solo chi conosce e apprezza una lingua straniera può cogliere. Quelli sono i suoi regali per noi. Ci ha affidato la sua opera perché la riplasmassimo e la facessimo gustare ai lettori di ogni nazionalità, trasmettendo il suo messaggio.
Non è la missione più bella del mondo?

SPAZIO PER IL LETTORE

Ti è piaciuto l’articolo? Lascia un commento.
Oppure, se ti fa piacere, contattami qui per uno scambio diretto di opinioni.
Sarà un piacere bere un caffè online con te!

E se avete domande o curiosità sulla professione di Martina Beldomenico, potete contattarla su Instragram [@martybld95] oppure inviarle una email.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

sette − 3 =