«Sai nonno, ho comprato dei portaoggetti, dei dischi bianchi concavi. Vieni a vederli, ti piaceranno!». Il nonno seguì Luca ed entrò nel salotto. Sparsi per tutta la stanza, sui mobili, vide i dischi bianchi che contenevano le cose più disparate: auricolari, tablet e quattro contenenti due paia di scarpe nuove, una calzatura per recipiente. Nel vedere la scena, ebbe un sussulto. Poi rimase immobile per qualche secondo, e scoppiò a ridere. Era nato nel 2001, e vedere quegli oggetti che da ragazzino usava quotidianamente gli aveva fatto fare un tuffo nel passato.
«Luca, se mia madre ti avesse visto usare i piatti in quel modo si sarebbe sentita male» disse al nipote. «Davvero li conosci? E per cosa li usavi?».
«Per il cibo!» esclamò «Non li vedo da molto tempo e non ti posso certo biasimare per averli usati così. Penso di aver buttato gli ultimi verso la metà degli anni 50».
«Quindi come si faceva, si comprava il cibo al supermercato e si metteva lì?».
«Esatto. Spesso cucinavamo noi a casa e li usavamo come contenitori». Notando lo sguardo perplesso del nipote, continuò la spiegazione: «È stato il risultato della politica economica degli anni 30, da allora il cibo viene cucinato quasi solo in grandi pentoloni e poi venduto nei supermercati».
Mentre parlava, prese in mano un piatto, e cominciò a osservarlo, rigirandolo tra le mani.
«Si voleva evitare di sprecare il gas nelle singole abitazioni, quindi i politici avevano caldamente consigliato di smettere di cucinare. E sai come sono questi consigli… In fin dei conti rimane solo lo spreco di plastica degli imballaggi, ma poi si riciclano!». Terminato di dire questo, si zittì, e iniziò a pensare alla sua adolescenza: ricordò l’odore del ragù che bolliva, il piatto pronto in tavola… Ma il pensiero fu presto interrotto dal commento stupefatto di Luca.
«Ogni giorno a cucinare, che incubo! Certo che ci potevate pensare prima, non è un’idea così difficile!».
«Non si trattava di questo» rispose il nonno stizzito «il cibo lo potevamo comprare anche noi già pronto. Ma era più costoso e inoltre era divertente cucinare».
«Divertente? Non penso proprio! Preparare il cibo e dover pensare a cosa fare ogni giorno? È molto meglio quando tutto è già pronto e pensato per te!» rispose Luca.
«Non è solo quello» esclamò suo nonno alzando la voce e cominciando a parlare più velocemente «era una questione di poter scegliere da soli, invece di seguire i programmi del governo».
«Ti lamenti sempre di quei programmi, ma poi li segui! Alla fine ora è tutto molto più comodo» gli rispose Luca con tono pacato, mentre dava un’occhiata ai social sul telefono.
«Nonno, ma sono già le due, devo proprio scappare! Che peccato però, mi piace sempre sentirti raccontare queste stranezze del passato. Ci manca solo che la prossima volta tu mi dica che sprecavate l’acqua e il sapone per lavare i vestiti, invece di riciclarli e comprarne di nuovi!» gli disse ridendo, mentre rispondeva a un messaggio dal cellulare e usciva dalla porta.
Rimasto solo, il nonno osservò il piatto che teneva ancora tra le mani. Guardò il forno, che usava esclusivamente per riscaldare il cibo pronto. Potrei cucinare!, pensò: Mi piaceva fare le torte! Oppure anche la carne arrosto, posso ordinare tutto e prepararla. Iniziò a cercare le ricette online e aprì il sito per ordinare gli ingredienti, ma si imbatté nella lista di pietanze pronte, che gli sarebbero state consegnate in dieci minuti. Però è già ora di pranzare, ci vorrebbe troppo tempo. Ma sì, oggi compro tutto già pronto, casomai ci provo domani a cucinare, se ne ho voglia!
un racconto di Giulia Stivanin per l’evento Wanted Stories [aprile 2023] sulla base del tema:
Fuori il vecchio, dentro il nuovo – L’armadio straripa di indumenti. La credenza accoglie una serie infinita di tazzine. La libreria è impolverata di libri che vogliamo leggere da un anno. Il consumismo regna sovrano! Ce la farà qualcuno a salvarsi?